lunedì 1 ottobre 2012

LA PIANIFICAZIONE DI MARKETING


La pianificazione di marketing: dalla strategia alla gestione operativa

1. Descrivere il processo di marketing strategico e le sue tre principali fasi: pianificazione, implementazione e controllo
La pianificazione di marketing è il processo che permette il raggiungimento degli obiettivi strategici di un'organizzazione.  Attraverso tale processo articolato in tre microfasi (pianificazione, implementazione, controllo) l'organizzazione arriva alla redazione e all'attuazione del piano di marketing, del marketing mix, e alla verifica dell'effettivo raggiungimento degli obiettivi e le possibili correzioni da apportare alla pianificazione. La pianificazione è la fase in cui vengono individuati il campo di attività, le linee guida, gli obiettivi e la loro ripartizione sui tre livelli (corporte, asa e funzionale). In questa fase vengono assegnati i compiti e i budget. Il management dell'azienda definisce le linee generali della pianifiazione strategica a livello corporate e la quantità di risorse necessarie per ogni unità operativa. I manager delle asa sviluppano un piano volto a realizzare la massima profittabilità in base agli obiettivi e alle risorse stabilite dal management. All'interno di ogni asa i responsabili funzionali delle linee prodotto vengono conferiti obiettivi e risorse a seconda del compito che ogni linea ha nel portafoglio prodotti. Con queste fasi  viene realizzato il piano di marketing ossia un documento che riporto in modo dettagliato le attività di marketing che si vogliono realizzare in dato periodo di tempo. Il piano di marketing può essere annuale e contiene gli obiettivi e le strategie specifiche per i vari prodotti, o a lungo termine e in questo caso l'arco temporale può variare dai due ai cinque anni e il contenuto è generale in quanto vengono definiti gli orientamenti su cui si baseranno i piani annuali. Il piano marketing dovrà considerare oltre l'aspetto finanziario anche quello della responsabilità sociale sviluppando temi quali etica, integrità, sicurezza, benessere dei lavoratori e tutela dell'ambiente. La seconda fase del processo di marketing è l'implementazione che si sviluppa attraverso le decisioni e le azioni necessarie a realizzare quanto stabilito nella fase precedente. Attraverso tale processo i responsabili funzionali (product o brand manager), con la supervisione del responsabile dell'asa, arrivano all'attuazione delle politiche del maketing mix. L'ultima fase del processo di marketing è quella di controllo  al fine di verificare che gli obiettivi prestabiliti siano stati raggiunti.
La fase di pianificiazione del processo di marketing strategico si suddivide in tre fasi:
a)       l'analisi situazionale (può essere fatta attraverso l'analisi SWOT) dei punti di forza (strenghts), debolezza (weaknesses) interni (che fanno riferimento ai processi aziendali cosiddetta catena del valore, competenze tecnologiche, di marketing e organizzative), opportunità (opportunities) e minacce (threats) esterne (che fanno riferimento all'ambiente e al settore);
b)       la focalizzazione prodotto-mercato per mezzo della segmentazione del mercato, dell'analisi dei punti di differenza e la definizione degli obiettivi: in questa fase si suddividono in gruppi i potenziali clienti che hanno gli stessi bisogni e risponderanno in modo simili alle sollecitazioni proposte dal mercato. Un piano marketing deve contenere: - obiettivi di marketing e di prodotto ben specificati per aumentare le possibilità di successo; - mercati obiettivo in cui le azioni di marketing devono essere ben rapportate; - punti di differenza ossia tutte le caratteristiche che differenziano il prodotto dalla concorrenza e fanno acquisire una posizione di superiorità; - posizionamento del prodotto nella mente del consumatore;
c)       il programma di marketing che stabilisce il budget e le attività (strategie e tattiche di marketing) per ognuno degli elementi del marketing mix (prodotto, prezzo, promozione e punto vendita). Vengono messi in relazione i costi di marketing con i rusultati ottenuti attraverso la funzione di risposta delle vendite;
La fase di implementazione corrisponde alla realizzazione del piano di marketing delineato in fase di pianificazione ed è caratterizzata da quattro azioni fondamentali: ottenere le risorse, organizzare l'ufficio marketing, stabilire una tabella di marcia e realizzare il programma. La fase di implementazione mette in atto il piano di marketing definendo i tempi e le azioni attraverso le seguenti operazioni: fissare i compiti principali, stabilire i tempi necessari, organizzare le attività per rispettare le scadenze, stabilire le responsabilità per la realizzazione di ogni compito. Per realizzare in fatti concreti i piani di marketing è necessario considerare tutti i dettagli delle strategie (mercato obiettivo e programma per raggiungerlo) e delle tattiche di marketing (decisioni di prendere per implementare un programma di marketing con successo). Per comprendere la fase dell'implementazione è necessario analizzare la struttura organizzativa della direzione marketing. La fase di controllo confronta i risultati ottenuti con gli obiettivi del piano di marketing per individuare eventuali divergenze e varare le misure correttive per sfruttare quelle positive o correggere quelle negative.
2. Illustrare le caratteristiche di un piano di marketing efficace      Non esiste la ricetta per un piano di marketing efficace. La capacità di pianificazione è una competenza manageriale che in parte può essere acquisita solo con l'esperienza.. Tuttavia, facendo riferimento a esempi reali è possibile identificare i fattori tipici dei casi di successo e di quelli di insuccesso. Gli obiettivi devono essere raggiungibili e misurabili e ragionevoli. Il piano di marketing deve essere fondato su fatti e presupposti validi (è necessario quindi che la pianificazione sia supportata da dall'attività e dai risultati della ricerca di marketing) oltre che essere redatto in modo chiaro e specifico in modo che tutte le persone interessate conoscano il contributo che devono dare, i modi e i tempi, oltre che sapere quali sono gli obiettivi e i mezzi tramite i quali raggiungerli; inoltre, deve essere facilmente controllabile (confrontare i risultati ottenuti con le azioni prefissate) sufficientemente flessibile per permettere eventuali aggiustamenti nel corso della sua esecuzione. Spesso, l'identificazione di un "campione" di programma può assicurare la leadership necessaria all'esecuzione efficace del piano. Tutte le persone coinvolte nell'esecuzione del piano di marketing devono essere informate in modo chiaro e conoscerne gli obiettivi, devono essere incoraggiate al dialogo e all'azione, e i successi devono essere premiati con incentivi economici e morali. Il manager deve saper superare la possibile paralisi da analisi concentrandosi troppo sull'anali del problema senza risolverlo nella pratica. Il clima fra colleghi deve essere disteso, aperto al dialogo e tutti devono sentirsi legittimati a contribuire con le proprie opinioni.
3.            Spiegare come mettere in relazione le opportunità e le minacce del contesto con i punti di forza e di debolezza dell'impresa
Per poter procedere alla pianificazione, un'impresa deve fare il punto della situazione circa i punti di forza (elementi positivi individuati con l'analisi dell'impresa, della catena del valore, delle risorse e dello strategic core) e punti di debolezza, in relazione al contesto in cui è inserita. Per distinguere i punti di forza da quelli di debolezza si fa riferimento alle due dimensioni della strategia: interna (che fa riferimento ai processi aziendali cosiddetta catena del valore, competenze tecnologiche, di marketing e organizzative), esterna (che fa riferimento all'ambiente e al settore). Questo tipo di analisi, detta analisi SWOT può essere effettuata a livello corporate, a livello ASA, per linea di prodotto o per un singolo prodotto. Quattro i fattori principali affrontati attraverso l'analisi SWOT: le tendenze del settore in cui opera l'impresa; la concorrenza che essa deve affrontare; i punti di forza e debolezza interni; i clienti attuali e potenziali. L'analisi SWOT aiuta a identificare i fattori connessi alla strategia che possono avere un impatto importante sull'impresa per poter essere in grado di definire le azioni da intraprendere per consentire il suo successo e la sua crescita. L'obiettivo ultimo è identificare i fattori critici che influiscono sulla sua attività: sfruttare i punti di forza, correggere le debolezze più evidenti, approfittare delle opportunità più importanti ed evitare le minacce più temibili, se non addirittura convertirle in opportunità ed evitare le minacce più terribili.
4.            Illustrare le modalità con cui organizzare un'efficiente direzione marketing per implementare le attività pianificate 
Nell'organizzazione della direzione marketing possono essere utilizzate diverse logiche. Un primo criterio organizzativo è quello per prodotto, che prevede vari gruppi di prodotto (team), ognuno responsabile di uno specifico prodotto per il quale si occupa di tutte le attività di marketing, indipendentemente dalla tipologia di cliente servito o dall'area geografica. Un'altra forma di organizzazione è quella per aree geografiche (per esempio: Europa, USA, Asia ecc.): ciascun team è responsabile del marketing di tutti i prodotti e di tutti i clienti serviti in un certo mercato geografico. Un criterio ulteriore è quello dell'organizzazione per mercati (o tipologie di clienti) per cui esiste un team che si occupa del marketing nei confronti di una certa tipologia di clienti (per esempio: pubblica amministrazione, imprese o privati) a prescindere dall'area geografica o dal prodotto.   I diversi compiti rientranti nella funz di marketing possono essere attribuiti a una o più unità organizzative con diversa struttura gerarchica. Si hanno diverse collocazioni dei compiti che dipendono dall'assetto organizzativo dell'impresa, dalle dimensioni, grado di incertezza, complessità dell'ambiente in cui opera. Kotler ha individuato 5 modelli. Il primo modello prevede la gestione delle sola forza vendite (direzione generale, direzione vendite, forza vendite). Il secondo modello integra rispetto al primo la forza vendite con la pubblicità e le ricerche di mercato. Un terzo modello prevede l'istituzione di un'unità organizzativa alle dipendenze di un direttore aziendale in un'ottica volta alle vendite. La direzione generale controlla la direzione commerciale la quale coordina il responsabile vendite e il responsabile marketing il quale sviluppa e gestisce la pubblicità e le ricerche. Un quarto modello determina le difficoltà di coordinamento tra direzione marketing e direzione vendite in quanto il potere reale difficilm pone il ruolo delle vendite sopraordinato sul marketing e viceversa. Il 5° modello considera le vendite come parte del marketing mix. Questo è il modello più utilizzato e più adatto in quanto si ha la gestione integrata delle attività di marketing. Indipendentemente dal criterio organizzativo è sempre presente la figura di un marketing manager che si occupa del coordinamento tra tutti i team. Altre figure importanti sono quella del produci manger (o brand manger) e del category manager. I senior marketing manager o category manager hanno il compito di garantire lo sviluppo armonico delle diverse marche all'interno della linea prodotti; i product manager sono responsabili della programmazione, implentazione e controllo dei piani di marketing con competenze specifiche sul prodotto. Non ha un potere diretto su diversi suoi interlocutori. Affinchè il programma possono essere implementato  è ncs che tutti conoscano i compiti e le scadenze entro cui attuare i compiti, organizzare le attività per rispettare le scadenze, stabilire le responsabilità per realizzare ogni compito. Il diagramma di Gantt descrive i compiti da realizzare, gli individui che devono attuare i compiti, i tempi per realizzare qs compiti. 
5. Comprendere l'importanza delle procedure di controllo delle azioni di marketing attuate    La fase di controllo verifica che il programma definito si sviluppi nella direzione che è stata stabilita attraverso l'identificazione e l'analisi del divario di pianificazione, cioè la differenza tra gli obiettivi contenuti nel piano e quanto realizzato (management by exception). Se gli obiettivi non sono stati raggiunti, l'impresa dovrà capire il perché per poter apportare le azioni correttive per il futuro. L'obiettivo del programma di marketing sarà quello di colmare il divario di pianificazione tra l'obiettivo e i risultati ottenuti.  Se, invece, gli obiettivi sono stati raggiunti o addirittura superati, l'impresa dovrà mettere a fuoco quegli aspetti del piano di marketing risultati particolarmente efficaci per poterli replicare in futuro. Gli obiettivi possono essere espressi in termini di ricavi e di profitti, ma anche dalla performance dell'impresa in termini di soddisfazione del cliente, di velocità di risposta al mercato (time to market) e di motivazione della forza di vendita.  Attraverso un processo di controllo continuativo l'impresa potrà correggere le proprie azioni in corso d'opera e migliorare, così, l'efficienza e l'efficacia del proprio marketing.    Per valutare l'efficacia del piano di marketing, i punti di forza e di debolezza si può ricorrere a una microanalisi delle vendite ossia nell'analisi dei risultati rispetto ad alcune variabili: - carattaristiche del cliente (profilo demografico, motivazione e canale di acquisto, peso sul fatturato); - caratteristiche del prodotto (modello, dimensioni della confezione); - area geografica (territorio in cui si sviluppa la vendita, città, regione, stato); dimensioni dell'ordine o dello scontrino medio; - classe di prezzo e di sconto; commissione per il rappresentante. Questo processo di microanalisi delle vendite oggi è integrato con sofware anche se resta basilare una buona comunicazione tra ufficio marketing, contabilità e dei sistemi informativi per non incorrere in errori, incomprensioni o nell'elaborazione di troppe informazioni. Solitamente la microanalisi delle vendite viene utilizzata per calcolare l'analisi della redditività ossia il contributo che i clienti, o i prodotti, marche, zone di vendita, danno alla determinazione dei ricavi. Spesso tali anali conferma la regola empirica dell'80/20 ossia che il 20% dei clienti sviluppa l'80% dei ricavi.

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