Le
attività di marketing e le strategie d’impresa
1. Spiegare il concetto di pianificazione strategica e
descrivere i tre livelli di pianificazione di un’organizzazione
La
pianificazione strategica è un processo manageriale formalizzato attraverso cui
si arriva alla definizione delle strategie aziendali per generare le decisioni
e le azioni necessarie alla realizzazione della visione dell’impresa,
mantenendo una corrispondenza efficace fra gli obiettivi aziendali, le risorse
e le opportunità dell’ambiente di riferimento. Il processo di pianificazione
strategica si svolge lungo tre livelli decisionali operativi: * il livello
corporate, * il livello delle Aree
Strategiche d’Affari (ASA) * il livello decentrato dei team
interfunzionali. Il primo corrisponde
alla gestione centrale dell’impresa ed è il livello nel quale il top management
sviluppa la strategia complessiva dell’organizzazione e assegna gli obiettivi e
le risorse a ciascuna ASA (che consiste in una porzione dell’organizzazione che
commercializza un insieme di prodotti affini destinati a un gruppo di clienti
ben definito). Le ASA
hanno le seguenti caratteristiche:
- Una
missione distinta - Dei concorrenti specifici - Sono
costituite da un’attività singola o da un gruppo di attività correlate - possono essere oggetto di pianificazione separata. A seconda del tipo d’impresa, una ASA può essere
rappresentata da un singolo prodotto, una linea di prodotti o una divisione
dell’azienda. Per gestirle in modo strategico si utilizzano le
matrici di portafoglio. Successivamente,
i responsabili di ogni ASA tradurranno le linee guida generali in piani
operativi specifici per ciascuna linea di prodotto, rimandando infine ai team interfunzionali
l’esecuzione vera e propria del piano strategico. Le decisioni prese a livello
funzionale hanno carattere operativo e si riferiscono
ad aree specifiche della gestione aziendale. Piccoli gruppi di persone
appartenenti alle diverse funzioni che sono responsabili del conseguimento di
una serie di obiettivi comuni. Lo scopo dei team interfunzionali è il
conseguimento di una maggiore efficienza grazie alla possibilità di riduzione
dei tempi necessari per realizzare un dato progetto e di prevenire, tramite
un’interazione diretta e continua, l’insorgere di conflitti fra funzioni. Ogni
funzione ha, infatti, competenze e tratti culturali specifici che possono
portare a incomprensioni o rivalità se non viene sviluppata l’abitudine al
lavoro di squadra, orientato alla soddisfazione del cliente finale. Nel caso di
aziende molto grandi che operano in territori estesi e mercati eterogenei,
alcune decisioni strategiche vengono prese a livello locale. Le moderne
tecnologie hanno aumentato le azioni di marketing decentrato. Ne sono un
esempio i codici a barre, gli scanners e internet.
2.
Illustrare le tecniche e gli strumenti impiegati
dall’impresa per analizzare la sua posizione attuale e determinare quella
futura
Per
poter procedere alla pianificazione strategica l’impresa deve comprendere la
situazione attuale e il quadro futuro dove si vuole arrivare. Per determinare
la posizione attuale l’azienda dovrà condurre un’analisi del proprio
microambiente al fine di identificare in modo chiaro i clienti a cui rivolgere
la propria offerta, le proprie specifiche competenze e quelle della
concorrenza. Le decisioni strategiche devono quindi
essere focalizzate sui diversi insiemi di clienti perché è solo in questo modo
che è possibile garantire loro valore reale, cercando di servire non solo
quelli che già acquistano il prodotto, ma anche quelli ancora potenziali che
potrebbero farlo se esso avesse le caratteristiche desiderate. Le competenze non sono altro che l’insieme
delle capacità specifiche, definite in termini di abilità, tecnologie e
risorse, che contraddistinguono un’organizzazione dalle altre con cui essa
compete. Sfruttando tali competenze un’organizzazione può giungere al successo,
ma solo a patto che queste siano sufficientemente distintive rispetto alla
concorrenza che possono tradursi in prodotti di maggiore qualità, in una più
veloce risposta al mercato, in costi più bassi o una più elevata innovazione. Inoltre
l’impresa dovrà monitorare costantemente l’andamento delle proprie ASA al fine
di individuare quelle che al momento generano profitti, quelle su cui investire
per il futuro e quelle da dismettere. A tal proposito l’impresa può adottare
diversi strumenti analitici, come le matrici BCG, della GE e la matrice
performance/Importanza. Tali strumenti non costituiscono risposte certe ma
forniscono spunti di riflessione e rigore formale a supporto delle decisioni.
Identificata la posizione attuale, l’impresa passa a vagliare i possibili
percorsi di crescita, che possono essere intensivi, integrativi, e diversificativi
a seconda delle implicazioni che hanno, rispetto al portafoglio, mercati e
prodotti. La matrice di Ansoff è uno strumento utile per sintetizzare le
diverse alternative di crescita e valutare le potenzialità di innovazione e di
rischio connesse.
3. Descrivere e commentare le matrici BCG e GE per
l’analisi del portafoglio di attività di un’impresa
La
matrice BCG e quella GE sono due strumenti di analisi a supporto della fase di
valutazione del proprio portafoglio ASA.
Entrambe
le matrici mettono in relazione il grado di rilevanze di un certo mercato con
la performance competitiva dell’impresa. La BCG ricorre, per ciascuna
dimensione, a un parametro preciso: il tasso di sviluppo del mercato come
indicatore di attrattività e la quota di mercato relativa come indice di
performance competitiva. Suddividendo le due dimensioni in alto/basso, è
possibile costruire una matrice 2x2 che identifica quattro quadranti, ognuno
dei quali con specifiche implicazioni strategiche di impresa e redditività. Cash cow Il quadrante
delle cash cow (“mucche da mungere”) coincide con situazioni di
limitata crescita, ma con elevata penetrazione sul mercato. Questa condizione è
tipica nella fase di maturità del ciclo di vita, per cui non sono necessari
elevati investimenti per lo sviluppo della notorietà e delle vendite dei
prodotti (che hanno raggiunto un limite fisiologico). queste ASA generano
profitti ingenti che vanno ben oltre l’ammontare delle risorse necessarie per
mantenere la loro posizione e costituiscono così la principale fonte di
redditività dell’impresa. Parte dei profitti sviluppati su queste ASA possono
essere impiegati per investire in altre ASA in grado di garantire lo sviluppo
nel futuro. Star Il
quadrante delle star (“stelle”) individua i prodotti con valori
elevati sia per quanto riguarda il tasso di crescita, sia la quota di mercato,
una condizione che caratterizza la fase di sviluppo nel ciclo di vita di un
prodotto. Questi spesso sono i prodotti di punta dell’impresa, ma possono
richiedere un impegno finanziario per
mantenere la loro posizione e la loro crescita futura perché l’impresa deve
aumentare la capacità produttiva e finanziare azioni competitive. Se la loro
crescita rallenta, passano nel quadrante delle cash cow. Malgrado gli elevati
volumi di vendita, di solito le star non sono grandi generatrici di liquidità a
breve termine. Question mark Il quadrante delle question
mark (“dilemmi”) individua i prodotti a elevato tasso di espansione, ma
con una quota di mercato bassa. Questa condizione è tipica di molti prodotti
nella fase iniziale del loro ciclo di vita. Le question mark richiedono elevati
investimenti sia in termini di promozione che di aumento della capacità
produttiva perché devono sviluppare e consolidare la propria presenza sul mercato.
Di conseguenza, nel breve periodo, i profitti generati da questi prodotti
sono bassi o nulli, addirittura negativi. L’impresa deve, appunto,
risolvere un dilemma: individuare le ASA migliori, che nel futuro
potrebbero arrivare a costituire una rilevante fonte di redditività,
e destinare a queste gli investimenti, eliminando le altre. Dog
Vengono definite dog le ASA a bassa quota di mercato e modesto
tasso di crescita. Questa condizione è tipica della fase finale del ciclo
di vita di un prodotto per cui il successo attuale sul mercato è limitato e
mancano prospettive di crescita.
La
matrice della GE, invece, utilizza degli indici multidimensionali per
determinare il livello di attrattività e di posizione competitiva di ogni ASA.
Dalle due dimensioni si ricava una matrice 3x3 che permette di fare delle
considerazioni analoghe a quelle della BCG. Mentre la
BCG ricorre a due soli indicatori, il tasso di sviluppo, per l’attrattività, e
la quota di mercato relativa, per la posizione competitiva, la GE prende in considerazione
i diversi fattori che insieme concorrono a definirle. I fattori su cui si
misura l’attrattività sono le variabili che meglio spiegano le caratteristiche
del settore e del gruppo strategico; quelli relativi alla posizione competitiva
si basano sui i punti di forza di cui l’impresa dispone. Non esiste un elenco
sempre valido ma la loro scelta dipende dalle specifiche caratteristiche del
contesto a cui fa riferimento l'analisi. Contrariamente alla BCG, la GE
non si basa solo su misurazioni oggettive, ma anche sulle valutazioni che
il management attribuisce ai diversi fattori che insieme concorrono a
definire attrattività e posizione competitiva. Per ciascun fattore,-
infatti, vengono attribuiti valori che vanno da 1 a 7, dove
1 esprime la peggiore condizione e 7 la migliore. Entrambi gli
strumenti hanno il vantaggio di fornire un’informazione sintetica ed immediata
ma occorre ricordare che questi strumenti non si sostituiscono all’attività
decisionale del management e che è sempre necessario valutarli in modo critico.
Valutare la posizione attuale: la matrice
performance/importanza Una
volta analizzato lo stato di salute delle diverse ASA, può essere opportuno
effettuare una valutazione delle capacità interne dell’ASA (punti di forza e di
debolezza) relative sia alle diverse attività svolte, in termini di marketing,
finanza, produzione e organizzazione, sia ai singoli prodotti che vengono da
essa presidiati. Tale valutazione si basa prima di tutto sull’importanza che
l’attività o il prodotto riveste per l’impresa, ovvero sulla rilevanza
strategica (cioè il contributo che dà nel cogliere le opportunità di mercato,
nello scongiurare le minacce e nel garantire il successo dell'ASA) Il secondo
fattore di valutazione riguarda la performance dell'impresa relativa alle
attività (la capacità di svolgerla in modo efficiente ed efficace) o ai
prodotti (la posizione competitiva dell’impresa nello specifico mercato). Una
valutazione di questo tipo permette di identificare i punti di forza
e di debolezza dell'impresa. cioè, rispettivamente, le attività e i
prodotti che costituiscono un forte vantaggio
competitivo rispetto a quelli su cui l’impresa è
in difetto. Una schematizzazione di tali valutazioni può essere espressa
tramite la matrice performance/importanza” che può essere ugualmente applicata
sia ai diversi elementi della catena del valore dell’ASA (le
attività) sia ai singoli prodotti che essa gestisce. Il livello di
performance (bassa vs alta) si definisce per le attività in base
all'efficienza/efficacia con cui l’impresa le svolge e per i prodotti in base
ai risultati ottenuti sul mercato. Il livello d’importanza
(bassa vs alta) dipende dalla rilevanza strategica dell’attività o
del prodotto (permette di cogliere opportunità o scongiurare minacce). Incrociando
le due dimensioni, otteniamo una matrice a quattro quadranti. Il primo
quadrante (dismissione) contiene le attività (o prodotti) che
non hanno rilevanza strategica particolare e per cui l’impresa non ha
competenze distintive (è poco performante). Investire per lo sviluppo di
tali capacità non avrebbe senso proprio in virtù della loro
scarsa importanza. Il quadrante della priorità d’investimento, invece,
contiene attività (o prodotti) in cui l'impresa non risulta eccellente; tuttavia,
proprio a causa della rilevanza strategia diviene fondamentale concentrare gli
sforzi per migliorare la performance. Il quadrante del
mantenimento identifica i prodotti e le attività in cui si
concentrano le competenze distintive dell’impresa e che rappresentano il vero
punto di forza dell'ASA: l’impresa dovrà monitorare costantemente
l’ambiente per identificare in anticipo eventuali sviluppi che possano
intaccarne la posizione.
Infine, il quadrante della bassa priorità identifica le attività e i prodotti in cui l'impresa opera con una buona performance, ma che, data la situazione di riferimento non rivestono una rilevanza strategica. In questo caso l’impresa potrà mantenere tali prodotti e attività nell'eventualità in cui il cambiamento del contesto di riferimento ne aumenti l'importanza. Se il quadrante del mantenimento identifica i veri punti di forza dell’ASA, quello della priorità d’investimento identifica i più gravi punti di debolezza. Per questi ultimi, si dovrà lavorare per sviluppare internamente le capacita e le competenze necessarie ad aumentare il livello di performance. In alternativa, potrà decidere di rivolgersi a un partner (un’altra impresa) con competenze specifiche sull’attività/prodotto per colmare la “debolezza’. Nella stessa ottica l’impresa potrà optare per una partnership anche nel caso dei prodotti/attività a bassa priorità, mettendo le proprie competenze a disposizione di un’ azienda che opera in un contesto in cui queste hanno rilevanza strategica.
Infine, il quadrante della bassa priorità identifica le attività e i prodotti in cui l'impresa opera con una buona performance, ma che, data la situazione di riferimento non rivestono una rilevanza strategica. In questo caso l’impresa potrà mantenere tali prodotti e attività nell'eventualità in cui il cambiamento del contesto di riferimento ne aumenti l'importanza. Se il quadrante del mantenimento identifica i veri punti di forza dell’ASA, quello della priorità d’investimento identifica i più gravi punti di debolezza. Per questi ultimi, si dovrà lavorare per sviluppare internamente le capacita e le competenze necessarie ad aumentare il livello di performance. In alternativa, potrà decidere di rivolgersi a un partner (un’altra impresa) con competenze specifiche sull’attività/prodotto per colmare la “debolezza’. Nella stessa ottica l’impresa potrà optare per una partnership anche nel caso dei prodotti/attività a bassa priorità, mettendo le proprie competenze a disposizione di un’ azienda che opera in un contesto in cui queste hanno rilevanza strategica.
Illustrare le diverse modalità attraverso le quali le imprese possono sostenere
la loro crescita
La
crescita è un obiettivo chiave per l’impresa che può essere raggiunto
attraverso sentieri diversi. In alcuni casi è possibile ricorrere a una
strategia di crescita finalizzata a una maggiore penetrazione del mercato in
cui si è già presenti stimolando l’incremento della frequenza di acquisto e di
utilizzo di un prodotto o suggerendone nuove modalità di consumo. Quando le
opportunità di incremento del mercato attuale sono esaurite, l’impresa può
scegliere di proporre lo stesso prodotto in un nuovo mercato (per esempio, per
un nuovo segmento di consumatori o una nuova area geografica) o di aggiungere
un nuovo prodotto al portafoglio attuale da destinare al mercato in cui si è
già presenti. Queste due alternative presentano un certo grado di innovazione e
hanno maggiori potenzialità respetto all’obiettivo di penetrazione del mercato,
tuttavia comportano anche dei costi e dei rischi maggiori. Un ultimo sentiero
possibile è quello della diversificazione per cui un’impresa sceglie di
rivolgersi a un nuovo mercato con un nuovo prodotto. questa scelta, fra tutte,
è la più innovativa ma al tempo stesso, è la più costosa e rischiosa. All’interno di ciascun ambito si possono identificare
specifiche strategie: • crescita intensiva: — penetrazione del
mercato; — sviluppo del prodotto; — sviluppo del
mercato; • crescita integrativa: — integrazione a
monte; — integrazione a valle; — integrazione orizzontale; •
crescita diversificativa: — diversificazione
concentrica; — diversificazione pura. Le
strategie di crescita intensiva Una strategia di crescita
intensiva si può tradurre in tre obiettivi sviluppo della domanda
primaria, sviluppo della frequenza di consumo, acquisizione dei
clienti della concorrenza La strategia di sviluppo di
prodotto si applica quando nel mercato in cui si opera esistono delle
potenzialità che non sono pienamente sfruttate con il prodotto di cui già si
dispone Per sfruttarle si dovranno sviluppare nuove varianti segmentando il
mercato e ampliando la gamma di prodotti Ciò potrà essere fatto proponendo
vantaggi di maggiore o minore qualità e in questo caso si parla
differenziazione verticale oppure destinate a insiemi di clienti con
preferenze diverse rispetto alle caratteristiche costitutive del prodotto, e in
questo caso si parla di differenziazione orizzontale. Un altro modo per
sviluppare il mercato consiste nell’impiego di nuovi canali di distribuzione.
Un’ultima modalità di sviluppo del mercato è rappresentata dall’espansione
geografica ovvero dall’esportazione dei propri prodotti in mercati
geografici diversi. Le strategie di crescita integrativa Le ipotesi
di crescita legate all’ambito della propria filiera si inquadrano all’interno
di una strategia di crescita integrativa. Strategie di questo tipo hanno senso
quando l’impresa reputa di poter migliorare la propria redditività controllando
direttamente attività di importanza strategica tipiche dei propri fornitori
(integrazione a monte) o clienti (integrazione a valle). Assumere il controllo,
in altre parole, vuol dire svolgerle direttamente, laddove si abbiano già le
competenze per farlo, o acquisire altre imprese che le posseggono. Tipicamente,
l’obiettivo di una strategia di questo tipo può consistere nell’assicurarsi la
regolarità di una fonte di approvvigionamento o il controllo della rete di
distribuzione. Le strategie di crescita diversificativa L'ultima
tipologia di strategie di crescita è rappresentata
dalla diversificazione quindi da una ricerca di opportunità di
sviluppo contemporaneamente di un nuovo prodotto e in un nuovo mercato Questo
percorso di solito si valuta quando non vi sono adeguate opportunità di
crescita intensiva o integrativa La crescita diversificativa e il sentiero di
sviluppo più pericoloso e costoso per l'impresa Ma è anche quello che può
apportare il maggiore livello di innovazione e permettere di svincolarsi dalla
dipendenza da uno specifico contesto La diversificazione può essere concentrica
o pura. La prima espressione fa riferimento ai casi in cui ci si sposta su settori
che presentano qualche sinergia e complementarità rispetto a quello in cui già
si opera facendo conto sulla possibilità di riallocare parte delle competenze
(tecnologiche organizzative e di marketing) possedute e sviluppandone di nuove.
La seconda fa riferimento ai casi in cui ci si sposta su settori totalmente
nuovi e per colmare il gap di competenze di norma si ricorre ad acquisizioni.
Chiarire attraverso il modello di
Porter quali sono gli orientamenti strategici di base delle imprese. (ho
aggiunto la matrice di Ansoff)
Identificata
la posizione futura l’impresa sulla base delle caratteristiche proprie, del
mercato e della concorrenza, definisce un inquadramento strategico di fondo
utile a garantire la coerenza a l’armonizzazione di tutte le decisioni e le
azioni strategiche e tattiche prese a diversi livelli. Il modello di Porter ne
identifica quattro a seconda che la strategia interessi il mercato nel suo
complesso o sia mirata a una parte di esso e che sia orientata al contenimento
dei costi o alla definizione di un prodotto distintivo: leadership di costo,
differenziazione, focalizzazione sui costi e focalizzazione sulla
differenziazione. Si chiamano strategie di base, poiché sono applicabili a
qualsiasi impresa e a qualsiasi contesto in quanto definiscono un orientamento
strategico di fondo che ciascuna impresa, poi, metterà in atto in modo
specifico. Una strategia di leadership di costo
(quadrante 1) consente una forte
competitività di prezzo che si esercita su tutto il mercato o su un numero elevato
di segmenti. Una simile strategia richiede di comprimere tutte le voci di costo
attraverso una forte efficienza che richiederà altrettanto consistenti economie
di scala, senza sacrificare troppo la qualità del prodotto. 2
Una strategia di differenziazione (quadrante 2) presuppone che i
prodotti presentino notevoli elementi differenziali in termini di attributi
funzionali e simbolici (performance, immagine di marca, qualità, tecnologia
avanzata o servizio eccellente) affinché i diversi segmenti di consumatori li
preferiscano a quelli dei concorrenti e siano disposti a pagare un premium
price. Nokia, per esempio, si distingue dalla concorrenza per design, immagine
di marca, innovazione tecnologica e funzionalità del prodotto, incontrando,
così, la preferenza di una vasta porzione del mercato.
3. Una strategia di focalizzazione sui costi (quadrante 3) richiede il perseguimento di un’elevata efficienza per poter offrire prodotti a prezzi contenuti che, però, sono destinati a un numero limitato di segmenti del mercato. Questa strategia è stata adottata, per esempio, dalle compagnie aeree locali a basso costo, come Alpi Eagles, che serve un numero limitato di tratte su cui compete con prezzi aggressivi. 4. Una strategia di focalizzazione sulla differenziazione (quadrante 4) presuppone una specializzazione su una porzione ristretta del mercato (un solo segmento, o pochi) che si cerca di soddisfare nel modo migliore rispetto ai competitor, puntando su elementi di soddisfazione tipici di quel segmento. I villaggi di Club Med per soli single ne sono un esempio. Una volta identificata, la strategia costituirà il presupposto per l’inquadramento, lo sviluppo e l’attuazione del piano di marketing.
3. Una strategia di focalizzazione sui costi (quadrante 3) richiede il perseguimento di un’elevata efficienza per poter offrire prodotti a prezzi contenuti che, però, sono destinati a un numero limitato di segmenti del mercato. Questa strategia è stata adottata, per esempio, dalle compagnie aeree locali a basso costo, come Alpi Eagles, che serve un numero limitato di tratte su cui compete con prezzi aggressivi. 4. Una strategia di focalizzazione sulla differenziazione (quadrante 4) presuppone una specializzazione su una porzione ristretta del mercato (un solo segmento, o pochi) che si cerca di soddisfare nel modo migliore rispetto ai competitor, puntando su elementi di soddisfazione tipici di quel segmento. I villaggi di Club Med per soli single ne sono un esempio. Una volta identificata, la strategia costituirà il presupposto per l’inquadramento, lo sviluppo e l’attuazione del piano di marketing.
Valutare
la posizione futura: la matrice di Ansoff, che mette
in relazione le dimensioni di prodotto (attuale vs nuovo) e mercato
(attuale vs nuovo), è utile a classificare le strategie di crescita
intensiva e diversificativa e valutare le implicazioni in termini di mutamento
delle competenze necessarie per percorrere con successo i sentieri di
crescita individuati. Dall'incrocio delle due dimensioni deriva una matrice 2 x
2, in cui ciascun quadrante mostra un diverso sentiero di crescita con
specifiche caratteristiche in termini di potenzialità/innovazione e di rischio.
A fronte di necessità di sviluppo il primo percorso che un’impresa deve
valutare è quello di approfondire il proprio core business, ovvero di
migliorare la propria presenza sui prodotti-mercati in cui è già attiva. Quando
le opportunità su questo fronte siano limitate, si può valutare l’approccio a
nuovi mercati e/o a nuovi prodotti. Una strategia di penetrazione del mercato è
perseguibile quando l’impresa non ha ancora sfruttato completamente le
opportunità offerte dai prodotti di cui dispone dai mercati in cui opera e
prevede di potere realizzare uno sviluppo della domanda primaria (nuovi
consumatori della categoria/prodotto), un aumento della frequenza di consumo
(presso i clienti attuali) o una sottrazione di clienti alla concorrenza.
Un’operazione di questo tipo non ha costi (e quindi rischi di investimento)
particolarmente elevati, in quanto prevede un maggiore sfruttamento delle
competenze tecnologiche e di marketing che l’impresa già possiede. Tuttavia, è
la strategia che prevede il minor livello di innovazione e quindi minori
potenzialità di lungo periodo. La strategia di sviluppo del prodotto si impiega
quando l’impresa ritiene che ci siano delle potenzialità nel mercato attuale
che non riesce a sfruttare con i prodotti esistenti, per cui è utile
lo sviluppo di un nuovo prodotto Questa strategia implica un mantenimento (o
rinforzamento) delle competenze di mercato e un’innovazione sul fronte
tecnologico (per il nuovo prodotto). L’innovazione può offrire elevate
potenzialità di crescita, ma comporta maggiori rischi legati all’incertezza sul
successo del nuovo prodotto e maggiori costi per il suo sviluppo. La strategia
di sviluppo di mercato si impiega quando l'impresa ritiene che il prodotto già
sviluppato possa essere “esportato’ con successo su un nuovo mercato (sia in
termini geografici che di settore) Un’operazione di questo tipo permette di
mantenere e di sfruttare le competenze tecnologiche ma impone uno sviluppo
delle competenze di marketing (legate alla conoscenza del nuovo mercato dei
nuovi concorrenti e consumatori) Anche in questo caso le potenzialità di
sviluppo (legate al livello di innovazione) sono buone. La quarta alternativa
prevede una diversificazione che è opportuna quando l’azienda si rende conto
che le potenzialità dei prodotti e dei mercati attuali non sono sufficienti nel
lungo periodo. La scelta di diversificare, infatti è quella che
pone i maggiori costi/rischi per l'impresa per la necessità di
sviluppare nuove competenze sia tecnologiche sia di marketing. Questa può essere
concentrica se in qualche modo si traduce in uno sfruttamento sinergico delle
competenze distintive aziendali su un nuovo mercato/prodotto, o pura se prevede
la generazione di competenze totalmente nuove sia sul fronte prodotto
(competenze tecnologiche) che mercato (competenze di marketing).
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